di Massimo Domenici
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L'attesa è una virgola,
un presente vago di futuro e perso altresì nel passato.
Il tempo vuole tempo, ma la vita non aspetta,
e allora si dilata, poi si accorcia e si dilata ancora.
È un viaggio senza fine,
e qui io mi smarrisco perso nell'oscurità del senso.
Un vuoto a perdere,
che mi fa sentire quasi un guanto senza la sua mano.
Eppure è palpitante.
Mi conforta che sbiadisca le passioni banali, e al tempo stesso colori quelle elette,
le renda nobili, meritevoli di essere vissute.
Non è bagnata e non è asciutta, è come umida.
Lascia avvertire il respiro,
mi offre l’illusione di non essere deserto,
orfano della mia immaginazione,
nella speranza che accada qualcosa che potrebbe non accadere.
Non è tangibile, è il limbo del cuore, inghiotte, devasta, smorza il fervore, morde l’anima, e cerca il sentire, il segnale che non arriva.
Ma infine, regala il miraggio,
accresce il desiderio,
dà sostanza al sogno.