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Sarah Saudek1 moglie di Jan Saudek2 (di cui scriverò in futuro), sua assistente, modella e fotografa a sua volta. Porta la coscienza di una femminilità che abbraccia a 360 gradi tutti quegli aspetti della donna che Jan non era riuscito ad esplorare o a riconoscere.
Clicca qui per leggere alcune delle sue dichiarazioni prese dal Web
Sono una mamma di quattro ragazzi che ha scelto di prendere in mano una fotocamera invece di cucchiai da cucina e ferri da stiro e non faccio altro che assorbire, partendo dalle lenti fino ai miei negativi, tutto ciò che è importante per me e che è fuggevole, di passaggio: l’amore, il piacere, la tristezza come desiderio, l’odore dei bambini, la solitudine e le aspettative. Quando ho cominciato a scattare fotografie, tutti mi consideravano la puttana di Jan. Niente di più, niente di meno. Ed è buffo se pensi che ho iniziato proprio per dimostrare a lui che le donne non sono soltanto qualcosa da desiderare, conquistare e penetrare. Le persone che fotografo sono “Un libro da leggere” mi piace leggere le loro storie sulle pieghe della loro pelle, sulle loro pose e i loro sguardi. Una fotografia è un miracolo, perché ci permette di fermare il tempo e mostrare l’inafferrabile: movimenti, emozioni, dolore e bellezza. Risveglia i nostri ricordi di tutto ciò che amiamo”.
La foto a cui sono particolarmente appassionato è Holy Virgin presentata nel 2003. Questa fotografia mi affascina perché produce uno sdoppiamento dell’immagine. Le mani, il viso e il seno donano all’insieme sia una carica erotica, che la magia della maternità. È una foto che in passato è stata censurata ma che io trovo di una dolcezza infinita. In questa foto è racchiuso l’intero universo non soltanto perché appare la vita nella naturale immagine della maternità, ma perché comprende tre elementi fondamentali:

- le mani materne che non abbandonano ma afferrano e trattengono con l’intento di proteggere quanto in quel momento hanno di più caro;
- il volto materno che ci consente di vedere noi stessi come se fossimo riflessi, ma non solo, attraverso esso, attraverso lo sguardo materno abbiamo la nostra prima esplorazione del mondo che ci circonda;
- il seno non solo come strumento abile a nutrire, ma come simbolo che ci tranquillizza, ci rassicura e ci conforta perché consola la nostra paura di essere soli proprio perché in presenza dell’unico amore che sarà eterno, quello di una madre.
Forse il titolo della fotografia nelle parole “Santa” e “Vergine”, hanno indotto la censura ad intervenire, ma fortunatamente questa opera come tante altre dell’autrice, la rete le conserva
Qui sotto una piccola gallerie delle sue immagini
In ordine:








- Sarah Saudek nata nella Repubblica Ceca e compagna del maestro e Jan Saudek da cui è stata introdotta all’arte della fotografia. ↩︎
- Jan Saudek (Praga, 13 maggio 1935) è un fotografo e pittore ceco. Le sue prime fotografie erano stampate in bianco e nero o virate seppia. Verso la metà degli anni settanta, su pressione dei suoi clienti, prende la decisione di colorare ad acquerello le sue stampe in bianco e nero, dando vita ad uno stile particolare e riconoscibile. I muri scrostati, dall’intonaco interrotto, che fanno da sfondo alle modelle senza volto e ai corpi segnati dalle vene e dal tempo, sono quelli del bunker artistico in cui Jan si auto confina per fuggire all’imperante censura della dittatura socialista ↩︎