Tempo di lettura:
La malinconia non avrebbe modo di esistere se non fosse legata a doppio filo con la memoria. E la memoria a sua volta, porta con sé l’intelligenza, non solo quella cognitiva, ma soprattutto quella emotiva. Se riusciamo ad essere liberi nell’esprimere al meglio le nostre emozioni, allora possiamo comprendere ciò che sentiamo, proprio da quelle vibrazioni che proviamo quando siamo di fronte a qualcosa o qualcuno che risveglia il nostro animo.
Quindi la malinconia, almeno secondo me, non porta con sé un’accezione negativa, ma al contrario rappresenta un punto di forza, perché ci permette di utilizzare la memoria attraverso l’intelligenza del cuore non della mente, e quindi, di restituirci il ricordo di suggestioni di un tempo, anche se queste probabilmente, non torneranno più. Ecco che allora la malinconia rappresenta un valore aggiunto, perché non è mancanza, ma al contrario è ricchezza per chi è capace di provarla appieno chiudendo gli occhi e quindi viaggiare con l’immaginazione in cerca di emozioni che le parole non potranno mai spiegare. Essa non vive nella realtà, ma coglie cosa c’è dietro, o meglio cosa c’è dentro le nostre sensazioni; per questo essere malinconici è anche una scelta intellettuale ed emotiva.